martedì 14 ottobre 2014

Il mio incontro con Choro de rua diventa una recensione sulla rivista senese "Il Parere"

Choro de Rua gira il mondo... e io spero di fargli fare il giro dei giornali!
Intanto quest'oggi tutto quello che avevo scritto su questo incontro e pubblicato sul mio blog è andato a finire nella sezione "Recensioni" della rivista senese Il Parere, dedicata alla cultura e agli eventi che si svolgono nella città del Palio.
Facciamo girare la cultura! Ri-leggete e  condividete!
http://www.ilparere.net/2014/10/musica-brasiliana-in-luoghi-darte-italiani-choro-de-rua-siena/

venerdì 10 ottobre 2014

"Anche quando sei in pista per ballare non bisogna MAI smettere di pensare"


Cantava Jovanotti negli anni '90, gli anni della mia adolescenza: "Anche quando sei in pista per ballare non bisogna MAI smettere di pensare".
E' un pò quello che mi è capitato ieri pomeriggio tra un saltello e l'altro della lezione di zumba, dove ho potuto dare libero sfogo alla mia passione per il ballo e permettermi di associare mentalmente un passo al significato generale di una vecchia canzone dei Terra Samba, "Liberar Geral".
Mercantia 2011, Certaldo
"Quando si aprirà una nuova era 
un corteo di giovani dirigerà una grande sinfonia
che riecheggerà da un capo all'altro dell'universo.
Amici,cantate, danzate e gioite insieme!"
 Daisaku Ikeda
Ero in mezzo ad altre trenta ragazze saltellanti e sudanti sotto i comandi del ballerino e coreografo cubano Luisito e mi è tornato alla mente quello che ho sempre fatto nel salotto di casa mia, proprio in quei mitici anni '90: inventavo passettini e mossette, magari copiandoli da VideoMusic, sulla base dei generi che mi piacevano di più, dal funky all'hip-hop, dalla salsa alla cumbia, dal mambo al merengue, dal reggae alle canzoni di Miriam Makeba, a mama Africa, da dove tutto è partito! Fino a dare vita a un'irrestibile patchanka con la quale potevi fare il giro del mondo senza spostarti di un chilometro.

Una fonte proprio sotto la mia palestra. Fonte del fitness? :-)
Ma non si è trattato solo di un ricordo, ma anche appunto di un pensiero. Questo: il ballo è un inno alla vita e alla pace tra i popoli, è l'espressione della nostra vitalità e questa vitalità dovrebbe essere sempre più forte di qualsiasi istinto di morte, quella morte che sempre più ci minaccia da vicino, tra guerre, prevaricazioni, ingiustizie, disastri ambientali provocati dalla nostra superbia e malattie. 
Come l'ebola di cui si comincia a parlare solo adesso solo perché sta uscendo dall'Africa, dove si muore ogni giorno, di questa e di altre malattie.
In questo assurdo scontro che vede l'Isis da una parte e l'Occidente dall'altra -semplificando- mi schiererò sempre dalla parte di chi è per dare potere alla vita e soprattutto potere alla donna, che della vita è motrice e fonte. Mi sono detta  che sono fortunata a stare in una sala nel centro di Siena a sudare insieme ad altre ragazze in top e pantaloncini, che saltellano dietro il pifferaio magico Luis, salutato con un simpatico "Hasta luego" alla fine della lezione. Preferirò sempre vedere Rihanna, regina della parte della lezione dedicata al defaticamento, coperta solo di un luccicante velo di strass. Quella è pur sempre VITA!
Ciò che inoltre impedisce alla vita di trionfare, oltre alla prevaricazione sulle donne e sui bambini, è la mancanza di un'equa ripartizione delle risorse e il mancato rispetto per le possibilità e i limiti che il nostro pianeta ha nel produrre queste risorse. Questo pianeta è l'unico che abbiamo, sempre se non costringeranno i pochi miliardari che rimarranno a emigrare su Marte. Non mi stancherò mai di dire che non c'è pace senza giustizia. Altrimenti rischiamo molto seriamente la nostra autodistruzione. 

Roma, Museo dell'Altro e dell'Altrove: omaggio di Eduardo Kobra a Malala Yousafzay
Un goccio di speranza sulla via della pace e della giustizia l'ho assaporato però questa mattina con la notizia del  Premio Nobel per la Pace ai due attivisti Malala Yousafzay e Kailash Satyarthi, premiati “per la loro battaglia contro la repressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’educazione".  
Sono veramente felice per loro, ma soprattutto spero che il loro impegno adesso venga preso sul serio da chi ha il potere di cambiare il futuro di milioni di bambini e di giovani che soffrono perché questo futuro non possono deciderlo.

Altra riflessione fatta alla fine della giornata grazie alle conversazioni "by car" intraprese ogni venerdì pomeriggio con Michele, il mio amore di marito, riguarda il delicato equilibrio idrogeologico su cui poggia l'Italia, che invece di essere rafforzato con opere rispettose dell'ambiente è stato stravolto dal cemento e da tante opere inutili.
Il pensiero va alla tragedia del Vajont, di cui proprio ieri ricorreva il 51° anniversario e all'ennesima alluvione che ha colpito Genova. Da essere umano non posso che partecipare idealmente al dolore che le 2000  persone morte per la frana del Monte Toc hanno provato, mentre stavano per morire e nel momento della morte e al dolore dei molti parenti che non hanno mai avuto una tomba su cui piangere.
Per Genova mi auguro che chi avrebbe dovuto spendere dei soldi per la messa in sicurezza del territorio e non lo ha fatto venga rimosso da ogni posizione di potere.

lunedì 6 ottobre 2014

Musica strumentale brasiliana in luoghi d'arte italiani: "Choro de rua", una piacevole scoperta!

Prendi un flauto traverso, una chitarra sette corde, un repertorio sterminato di melodie tratte dalla più coinvolgente musica strumentale brasiliana, l'entusiasmo di due giovani musicisti professionisti giramondo e otterrai "Choro de rua"!

Si tratta di un progetto musicale messo in piedi nel 2012 dalla flautista italiana Barbara Piperno e dal chitarrista e mandolinista brasiliano Marco Ruviaro, che da qualche anno si sta facendo conoscere nelle piazze e nelle strade di alcune città d'arte italiane come Siena, Pienza, Bologna, Torino e Pesaro, tra le altre.

La filosofia di questo duo è portare la bellezza della musica di qualità nel contesto che le si addice di più, ovvero nei musei a cielo aperto che sono le nostre città italiane, in modo da rendere partecipe in maniera spontanea e diretta chiunque si trovi a passare dal luogo scelto per la sessione musicale.

Lo choro, come si legge sulla pagina facebook curata da Barbara e Marco, nacque intorno al 1870, quando i suonatori di musica popolare di Rio de Janeiro — allora capitale economica e culturale del Brasile — cominciarono ad eseguire, in forma “brasilianizzata” e con forte influenza dei ritmi di origine africana, il repertorio di danze europee che erano in voga nei salotti dell’elite del XIX secolo (come il valzer, lo scottish e la polca).

Barbara Piperno: ancella del flauto classico,
è rimasta folgorata sulla strada di Guinga e dello choro
"Choro de rua" si presenta come formazione in doppio ma può capitare che si esibisca anche in trio, con una fisarmonica, come è successo ai primordi della sua storia, oppure con un cavaquinho. 
La situazione ideale per uno choro è la "roda", ovvero un cerchio magico di musicisti che decidono di suonare insieme e di condividere passione per la musica e gioia di vivere.
Spesso queste rodas si consumano nello spazio di diversi giorni, permettendo ai musicisti di sperimentare situazioni di convivialità e di amicizia che certamente rendono le sessioni musicali ricche di scambi e di partecipazione emotiva, restituendo agli "chorões" e a chi li ascolta divertimento e armonia. Ed è proprio durante una di queste rodas che i cammini di Barbara e Marco si sono incrociati, due cammini che continuano a intersecarsi anche con quelli di altri musicisti, in concerti e rassegne musicali in giro per l'Italia e all'estero.
Quando non sono in tour l'attività musicale prosegue anche nelle rispettive città di residenza: Bologna per Barbara, che è originaria di Fano e si è diplomata al Conservatorio di Pesaro e Torino per Marco, che si è formato in chitarra classica alla Universidade Estadual Paulista e che con i suoi prestigiosi progetti musicali in diversi paesi, è considerato un virtuoso esponente dello choro.
La città transalpina non poteva rimanere indifferente alla ventata di freschezza portata dal mandolino e dalla chitarra di Marco e allora qui è nato un attivissimo "Clube de Choro", mentre Piazza Cavour, teatro di choros frequentati anche da musicisti provenienti dalla vicina Francia, è stata ribattezzata "Praça Pixinguinha".

Marco Ruviaro: nato a São Paulo, con sangue italiano nelle vene.
Musicista raffinatissimo e virtuoso, come tutti i mancini!
Io ho avuto la fortuna di incontrare questa eccezionale coppia di musicisti in due occasioni, l'ultima delle quali avvenuta pochi giorni fa, in un caldo pomeriggio di inizio autunno, sotto le volte del Duomo di Siena.
In questo angolo della piazza, di fronte al Facciatone e alla biglietteria dell'Opera Primaziale e di fianco all'imponente scalinata di Piazza San Giovanni si respira la bellezza a pieni polmoni. Dalle armonie architettoniche, ottimali anche dal punto di vista acustico, alle armonie musicali dello choro:  un binomio che arricchisce e impreziosisce ancora di più la città, e incuriosisce molti passanti, che sembrano sempre più pronti a conoscere questa musica che raccoglie in sé tradizione e innovazione, componente colta e componente popolare.

Durante le esibizioni di Barbara e Marco non è raro che comitive e famiglie brasiliane in viaggio nel nostro paese si fermino  ad ascoltare la loro musica, magari attratti dalle dolci note di "Carinhoso", la composizione scritta dal celebre Pixinguinha.
Questa canzone è un pò come "O sole mio" o "Volare" per noi italiani, la conoscono tutti e tutti la intonano con passione, come segno di appartenenza alla propria identità nazionale.

C'è anche uno scrittore molto conosciuto in Brasile, Luis Fernando Verissimo, che ha dedicato a "Choro de rua" un articolo pubblicato sul giornale Estadão.

Il duo ha all'attivo un disco, "Aeroplanando", giunto proprio lo scorso settembre alla seconda ristampa e un cd autoriale con composizioni originali di Marco Ruviaro, "Acabou o sossêgo" e con Barbara ad accompagnarlo in uno dei brani.
Tutte le informazioni e le novità su questo conjunto italo-brasileiro si trovano sul sito ufficiale www.choroderua.com e sul sito personale di Marco www.marcoruviaro.com


Buona visione e buon ascolto con alcune foto e un video girato in un interno!
Qui si può ascoltare il podcast della puntata n. 633 di Brasil, andata in onda su Radio 1 Rai la notte tra il 29 e il 30 dicembre 2013 e che ha visto protagonisti proprio Marco e Barbara con una intervista condotta dal querido Max de Tomassi e un'esibizione dal vivo.