giovedì 7 dicembre 2017

“Uscire dalla violenza si può”: l’abbraccio della città di Viareggio a Lucia Annibali

Uscire dalla violenza e diventare agenti di cambiamento. E’ questo il messaggio che scaturisce dall’incontro che ieri pomeriggio, mercoledì 6 dicembre, ha visto protagonista Lucia Annibali alla Croce Verde di Viareggio.
L’avvocatessa pesarese, sfregiata al volto nel 2013 dopo che due sicari mandati dal suo compagno le gettarono addosso dell’acido solforico, ha trasformato la sua drammatica storia in un percorso di impegno sociale che la vede al fianco di altre donne con ruoli istituzionali a livello nazionale.
A portare il benvenuto di Coldiretti Versilia a Lucia Annibali con un omaggio floreale c’era Veronica Ranfagni, responsabile della sede di Lido di Camaiore.
L’organizzazione agricola è infatti l’unica associazione di categoria aderente al tavolo di rete denominato “Insieme contro la violenza sulle donne”  che riunisce forze dell’ordine,  Pronto Soccorso dell’ ASL 12, Medici di Base, Croce Verde di Viareggio, Amnesty International e Gruppo Uomini Viareggio.
Recentemente, grazie al contributo di Donne Impresa Coldiretti Lucca e della delegata Elena Giannini, la battaglia contro la violenza di genere è approdata nei mercati settimanali di Campagna Amica a Stazzema, Seravezza, Massarosa e Camaiore, dove  i consumatori, nella giornata del 25 novembre, hanno trovato in distribuzione i sacchetti con la scritta Per troppe donne la violenza è ancora pane quotidiano.
La presenza di Lucia Annibali a Viareggio è stata fortemente voluta da Ersilia Raffaelli, presidente della Casa delle Donne di Viareggio e del Centro Antiviolenza “L’una per l’altra”.
Fra il numeroso pubblico, composto prevalentemente da giovani studenti della scuole, era presente anche Vittoria Doretti, dirigente medico senese ideatrice del Codice Rosa.
Al tavolo dei relatori c’erano il vicesindaco di Viareggio Valter Alberici e le due consigliere Pd, comunale e provinciale, con delega alle pari opportunità, ossia Stefania Carraresi e Grazia Sinagra. A moderare l’incontro è stato Luca Martini, autore di un libro sui Centri antiviolenza.

I loro interventi hanno preparato il terreno per la testimonianza di Lucia Annibali, che ha parlato come consigliera in materia di pari opportunità per la Presidenza del consiglio dei ministri ma soprattutto come donna e come cittadina.
“Ho il dono di essere sopravvissuta, non solo a un’aggressione che poteva essere mortale ma anche a un rapporto che mi ha fatto molto soffrire interiormente -  ha detto Lucia - . Oggi sono un’ustionata, che è qualcosa da cui non si guarisce mai, ma sono fortemente attaccata alla vita. Una vita che è ricominciata da quando mi sono trasferita a Roma, vicino alla Cassazione, che è diventata un po’ la mia casa. Il mio impegno – continua la Annibali -  va nella direzione di insegnare il valore della vita e dell’empatia, fondamentale per venire incontro a chi è vittima di violenza e per capire il suo dolore. Spesso infatti – sottolinea l’avvocatessa – si cerca di dare la colpa alla donna per quello che le è successo e questa accusa, che è un disvalore, proviene spesse volte da altre donne, che quasi giustificano la violenza con il fatto che la vittima è un soggetto debole, che ‘se l’è cercata’. Occorre invece pensare che qualunque donna può essere oggetto di aggressione, verbale e fisica, ma anche che da questo incubo è possibile uscire, prendendo in mano la propria esistenza e valorizzando la propria personalità”.
Al tavolo intergovernativo di cui Annibali fa parte si stanno discutendo le linee guida nazionali che dovranno essere adottate in tutti i Pronto Soccorso d’Italia.
Presto, annuncia Ersilia Raffaelli, verrà realizzato in Toscana un convegno su questo argomento.