Intervista a Lorenzo Cipriani, storico dell'arte e velista. Il 2020 gli ha donato un sogno
PISTOIA, 31 dicembre 2020
Sta per finire un anno difficilissimo, che oltre ad aver portato lutti e disperazione in moltissime famiglie, ha messo in stand-by la vita delle persone, creando enormi punti interrogativi sul futuro, a livello economico e lavorativo.
Il 2020 verrà ricordato come
l’anno del lockdown, dell’isolamento tra le mura di casa e delle videochiamate.
I viaggi un argomento da archiviare temporaneamente nell’album dei ricordi.
C’è però un pistoiese che sta esplorando il mondo e lo sta facendo a bordo di una barca a vela, come comandante in seconda. Si chiama Lorenzo Cipriani, storico dell’arte ed esperto nella gestione di eventi culturali. Lorenzo, è il caso di dirlo, è anche figlio d’arte, in quanto il padre, Alberto, è uno degli storici più conosciuti di Pistoia ed è attualmente vicepresidente della Società Pistoiese di Storia Patria e direttore responsabile del Bullettino storico pistoiese.
Anche Lorenzo, con questa sua impresa, condotta a quattro mani con lo skipper pratese Valerio Bardi a bordo della Milanto 46, si prepara a scrivere un pezzo importante della storia di Pistoia, dato che d’ora in avanti verrà ricordato come il Vasco da Gama nostrale.
Non sono molti coloro che possono affermare di aver ripetuto le imprese del grande navigatore portoghese, uno dei primi, insieme a Bartolomeo Diaz, alla fine del 1500, a riuscire a doppiare il temuto Capo di Buona Speranza, all’estrema punta del Sudafrica. Lorenzo è uno di questi e ce lo racconta lui stesso:
“Da dove ci troviamo attualmente, a Città del Capo, l’emozione di essere passati dal Capo di Buona Speranza è ancora forte. Per noi è stato un passaggio fondamentale, dato che, insieme a Capo Horn, rappresenta il sogno di ogni velista. All'inizio, su iniziativa dei navigatori portoghesi, venne chiamato Cabo Tormentoso, in riferimento alla sua pericolosità e alla presenza della corrente di Agulhas, che scontrandosi con venti contrari alla sua direzione crea delle onde alte anche 20 metri, capaci di spaccare in due petroliere e navi cargo.
Il nome attuale del Capo di Buona Speranza fu scelto per augurare con un moto di ottimismo un buon passaggio ai navigatori. Noi abbiamo aspettato le ‘finestre’ giuste per attraversarlo”.
Il viaggio di Lorenzo e Valerio è partito l’11 gennaio scorso da Santa Lucia, nelle piccole Antille. Attraversato il Mar dei Caraibi e il canale di Panama, è poi iniziata la navigazione nell'Oceano Pacifico, toccando le Isole Galapagos, la Polinesia Francese e le Isole Fiji.
Dallo Stretto di Torres, che separa la Papua Nuova Guinea dall’Australia, sono entrati nell'Oceano Indiano, con una tappa in Indonesia, per poi arrivare nell’Isola della Réunion, ultimo avamposto prima del continente africano.
L’intero viaggio, della durata di 15 mesi, per un totale di 26.000 miglia nautiche, si inserisce nella World Arc 2020, una flotta di circa 40 imbarcazioni destinata a circumnavigare il mondo.
Durante le 13 tratte della Milanto Expedition - così si chiama l’avventura di Valerio e Lorenzo - l’esperienza viene condivisa con dei compagni di viaggio, che pagano una quota di partecipazione, permettendo così ai due skipper di autofinanziarsi.
Milanto - Swan MK II è una barca progettata dal velista e architetto navale argentino Germàn Frers nel 1994 per Nautor Swan: lunga 46 piedi (quasi 15 metri), è una barca vecchio stile, concepita per fare lunghe traversate oceaniche. Un tempo, barche di questo tipo erano chiamate 'all-round', dovevano infatti navigare alla stessa velocità a tutte le andature: di poppa, di traverso e di bolina.
E’ una barca che sa reggere bene
il mare e molto robusta, ci riferisce orgoglioso Lorenzo. Del resto ha un
carattere toscano, non solo perché è condotta da due toscani doc, ma anche
perché la Nautor Swan è stata recentemente acquistata dal gruppo Ferragamo,
la prestigiosa casa di moda con sede a Firenze.
Anche un viaggio in barca a vela intorno al mondo non poteva non essere
influenzato dalla pandemia. Una volta approdati alle Isole Marchesi,
dopo tre settimane di navigazione, Valerio e Lorenzo sono stati respinti dalle
autorità locali e sono stati costretti a stare alla fonda, in
quarantena, per due settimane, nella baia antistante l’isola di Hiva Oa,
celebre per essere il luogo dove vissero il pittore impressionista Paul
Gauguin e il cantante belga Jacques Brel.
Una volta ripreso il viaggio e approdati a Tahiti, è iniziato un lockdown di circa un mese, vissuto a contatto con la natura incontaminata della Polinesia francese.
Le giornate si dividevano tra le nuotate nella laguna, esplorando il reef, le corse sulle colline dell'isola e la spesa, sempre autorizzata tramite un certificato.
La pandemia ha reso più impegnativa la navigazione, con tratte più lunghe e complesse e dunque più pericolose. Come quando Milanto ha percorso un tratto senza tappe intermedie di 4000 miglia e per quasi un mese non è potuta sbarcare in un porto di appoggio. Nessuna delle isole tra le Fiji e l’Indonesia era aperta, sia le Vanuatu, che la Papua Nuova Guinea, che l’intera Australia.
Queste difficoltà tuttavia, hanno dato luogo ad emozioni fortissime, come quelle provate di fronte alle Isole della Società o alle Isole Tuamotu: luoghi totalmente privi di turismo e senza aerei in cielo né navi per mare, come doveva averli visti James Cook nel 1700 durante il suo primo viaggio di esplorazione.
"Ricorderò sempre - racconta Lorenzo - la notte in cui siamo arrivati a Bora Bora. Nella baia più grande abbiamo dato fondo all'ancora e siamo stati accolti da una luna meravigliosa che stava sorgendo sopra una delle montagne vulcaniche dell'isola. La sua luce illuminava tutta la baia, normalmente occupata da decine di barche e animata dai resort, mentre noi eravamo completamente soli. L'unica presenza umana era testimoniata da un leggero filo di fumo che saliva da un piccolo villaggio della costa. È stata veramente un'esperienza straordinaria".
L'attenzione crescente verso la salute del pianeta che questa pandemia, si spera, possa indurre dell'umanità, era già presente in ogni pezzetto di Milanto. Significative le parole di Lorenzo su questo fronte: "Portiamo nel mondo il messaggio di un progetto sul risparmio energetico e più in generale sulla consapevolezza ecologica. Milanto è una barca che si muove con la sola forza del vento. Il nostro è un motore ausiliario che serve per caricare le batterie necessarie per il funzionamento degli strumenti di navigazione e per entrare in porto, mentre per le lunghe navigazioni utilizziamo soltanto la propulsione delle vele. Siamo piuttosto autonomi dal punto di vista energetico e riusciamo a produrre energia pulita, per esempio tramite un’idroelica che viene posta sulla poppa. Viviamo una consapevolezza ecologica nell’atto stesso di visitare, in modo rispettoso, dei luoghi che sono completamente immersi nella natura. Navigare attraverso un oceano vuol dire risparmiare su tutto: sull'acqua da bere, sull'acqua per lavare, sul cibo. Insomma, su tutto ciò a cui normalmente non facciamo caso nella vita quotidiana. Una navigazione come questa può davvero servire per sviluppare una maggiore consapevolezza ecologica. Ecco perché Milanto è testimonial del progetto 'M'illumino di meno' di Caterpillar, la nota trasmissione di Radio 2, con la quale ci mettiamo in contatto ogni settimana in diretta o con messaggi registrati".
Affacciati sull'oceano Atlantico e pronti per salpare di nuovo? In realtà ancora è ignoto il momento in cui sarà possibile riprendere il viaggio, tutto dipende dagli sviluppi della pandemia. Per adesso il tempo a disposizione viene impiegato con dei lavori di manutenzione, necessari per intraprendere questa ultima e lunga traversata. Il momento propizio potrebbe essere a fine gennaio: il nuovo anno porterà Milanto in Namibia, nell'isola di Sant'Elena, in cui Napoleone trovò la morte dopo un lungo esilio, nell’Isola dell’Ascensione e poi di nuovo nei Caraibi, dove tutto è iniziato.
Cosa augurarsi da questo 2021 che raccoglie il pesante testimone portato in eredità dal 2020? Lorenzo spera che il periodo storico che stiamo vivendo non passi invano e che serva a sviluppare una maggiore consapevolezza ecologica. "Quello che ho imparato navigando per mare - precisa Lorenzo - è che basta veramente poco per godere delle bellezze della natura. Il genere umano sta chiedendo troppo al nostro pianeta in termini di consumi. Eppure la Terra offre tantissimo. Certe volte basta saper guardare un'alba o un tramonto o godere della bellezza che la natura ci dà gratuitamente per vivere una vita piena e forse anche più felice di quella che viviamo attualmente. Ecco, io mi auguro che si possa sviluppare una maggiore consapevolezza dal punto di vista ambientale e che questo anno così difficile possa essere servito a progettare un futuro migliore".
Un auspicio che facciamo nostro, convinti che esperienze come quella vissuta da Lorenzo possano essere di insegnamento per la vita di ognuno di noi.
Le foto sono tratte dal blog https://www.milantoexpedition.com/it/blog/
Articolo originariamente pubblicato sulla testata PistoiaSette