"Il racconto è una misura molto bella. Il romanzo è disponibile, lo si
può cominciare e poi lasciare, è come avere una casa propria. Il
racconto è un appartamento in affitto, se uno se ne va lo perde. Il
racconto ha bisogno di un lavoro di oreficeria."
https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2018/12/Antonio-Tabucchi-tra-romanzo-e-racconto-4e5ecb0b-d1c0-439e-891f-45c0bab11410.html
Il modo in cui Antonio Tabucchi parla della differenza tra racconto e romanzo afferisce alla diversa 'gestazione' che sta dietro ai due tipi di opere.
Mi viene da pensare che il lavoro minuzioso con cui lo scrittore produce un racconto è determinante nel coinvolgere il lettore ai massimi livelli. Per esempio, quando ho letto "Il gioco del rovescio", ci fu un racconto in particolare che adorai. Si trattava di 'Lettera da Casablanca': fu un crescendo di emozioni, che mi obbligò a leggere il racconto tutto d'un fiato e a terminare con un sorriso pieno di comprensione nei confronti del protagonista.
Anche secondo me i racconti non ti danno il tempo di sentirti a casa, come invece succede col romanzo. Difatti non leggo mai raccolte di racconti, al massimo racconti lunghi tipo di 70-80 pagine, mini-romanzi.
RispondiEliminaSimo
Io invece preferisco i racconti... e penso che li preferisse anche Tabucchi, che ne ha scritti moltissimi. Lui ha avuto molte case e molte patrie, di ognuna ha scritto qualcosa e ci ha lasciato testimonianza.
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