martedì 5 gennaio 2016

Salva!


Migranti e rifugiati salvati sulle coste dell'isola greca di Lesbo nella giornata del 4 gennaio (Santi Palacios, Ap/Ansa)

Pubblico questa foto per non scivolare nell'indifferenza.
Per sentire su di noi quell'acqua così gelida, quel vento così freddo che già soffia nei campi profughi dove sopravvivono uomini, donne e bambini. Dove un bambino oggi è morto, di freddo. In Turchia. Alle porte dell'Europa. E' una cosa che non si può accettare, ma piano piano stiamo appunto scivolando nell'indifferenza e in alcuni casi, nell'ingiusticabile odio per queste Persone. E per chi non è indifferente c'è il sentimento dell'impotenza. Nei confronti di dinamiche geo-politiche che condizionano la vita delle persone e impartiscono loro il dramma di affrontare un calvario, che quando non si conclude con la morte, si sviluppa attraverso sofferenze inumane.
Io, personalmente, mi aggrappo al comandamento morale Restiamo Umani, come quella ragazzina si aggrappa alle braccia del suo soccorritore. E' una necessità vitale, lei continua a vivere e io continuo a sperare in una umanità veramente degna del suo nome. Vorrei tanto che l'odio sparisse dai cuori e dalle menti di ogni persona di questo mondo.

1 commento:

  1. PISTOIA - 6 GENNAIO 2016

    "Chiudono i ponti, tornano le frontiere, un’Europa miope ed egoista": parla Riccardo Fagioli, presidente di Culturidea

    "Chiude l’Oresund Bridge tra Svezia e Danimarca, in tutta Europa si attuano politiche contro la libera circolazione delle persone, cittadini europei inclusi. Le merci continuano a circolare liberamente in tutto il pianeta, mentre per gli esseri umani si accentuano le restrizioni ed i controlli. Siamo sicuri che stiamo mantenendo le premesse che l’umanità si era data dopo la fine del secondo conflitto mondiale e soprattutto quelle che i costruttori dell’Europa avevano posto come fondamento della sua istituzione? Qualcuno potrà dire che il problema non siamo noi europei, ma è rappresentato dalle migrazioni da altri continenti.

    I migranti dai Paesi in guerra o che subiscono situazione in cui è assolutamente impossibile vivere, giunti in Europa nel 2015 ammontano a circa 5milioni a fronte di una popolazione dell’Unione che sfiora i 500milioni. Risulta davvero impossibile accogliere queste persone e dare loro una adeguata sistemazione? L’Europa non è in grado di far fronte ad una emergenza di flussi che è destinata solo ad aggravarsi? Cosa vi è di sbagliato nelle politiche europee che dovrebbero arginare o risolvere questa situazione?

    La prima cosa di cui dobbiamo renderci conto è che siamo di fronte ad un esodo biblico. In questo momento, secondo le fonti ufficiali, ci sarebbero oltre 60milioni di persone in movimento, uomini, donne e bambini che stanno migrando. Il numero di uomini che vive sotto la soglia minima di sopravvivenza è impressionante e non accenna a diminuire.

    La seconda cosa di cui dobbiamo prendere coscienza è che ciò che è in pericolo è il nostro status di europei, il nostro territorio, il modo di vivere, le consuetudini, le certezze.

    La terza cosa è che la disperazione non si ferma con i muri, gli steccati o i cannoni. Non c’è frontiera o filo spinato che possa arginare chi non ha niente da perdere e sa che se rimane ove si trova è destinato a morte certa. Ciò che dobbiamo fare, quindi, è incrementare in modo esponenziale i progetti di solidarietà e cooperazione internazionale.

    Ciò che è necessario, per la salvezza dell’Europa, è sradicare alla radice le ragioni che inducono i migranti a fuggire verso le nostre coste.

    Per fare questo deve cessare quella politica miope, mediocre e meschina che investe in missioni militari e nel respingimento di poveri disperati che chiedono aiuto e si deve passare ad impiegare tali denari in progetti di cooperazione internazionale che coinvolgano direttamente la popolazione locale.

    Noi italiani in ciò saremmo avvantaggiati potendo contare su molte organizzazioni no-profit già presenti nei continenti più poveri e soprattutto sui nostri missionari che da secoli sono impegnati in tale soccorso agli ultimi tra gli ultimi. Tuttavia si deve intensificare una politica sovranazionale contro lo strapotere di tutti quelli attori economici, multinazionali in primis, che continuano ad arricchirsi sulla miseria e morte di miliardi di poveri. Ogni città europea deve adottare una comunità africana o asiatica co-finanziando costruzione di scuole, ospedali etc, il mercato equo solidale deve diventare la regola e non l’eccezione.

    Alla fine, se guarderemo al mondo cercando e donando giustizia, ne avremo beneficio anche noi, se saremo egoisti e miopi credo che la situazione non potrà che peggiorare per tutti"

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