Oggi voglio dare inizio a una serie di post dove le mie fotografie faranno da pretesto per una ricerca sui simboli e sulle storie che stanno dietro ai nostri millenari palazzi e alle nostre testimonianze architettoniche e artistiche, nella consapevolezza di avere la fortuna di vivere in un territorio, la Toscana, che è uno dei più ricchi al mondo in termini di ispirazione e di bellezza.
Da quando ho avuto la possibilità di scoprire meglio Siena, che non a caso ho scelto come copertina per questo blog e come soggetto principale della foto che accompagna il primo post del blog stesso, mi sono trovata ad approfondire alcuni temi collegati alla storia della città. Uno di questi è relativo alla Torre del Mangia, che, al pari del Campanile di Piazza del Duomo a Pisa, è per me una delle oggettive rappresentazioni della perfezione e rinnovato motivo di stupore e di fascinazione.
Sul sito Viae Siena è possibile trovare un'interessante interpretazione della simbologia di questo tesoro dell'arte tardo-medievale:
"Maria, Madre di Dio, è l’identità stessa del popolo e della città di
Siena. In Lei i senesi vedono il modello umano da imitare per ottenere
la Pace, dono di Dio. Ella è invocata come Regina e Avvocata, Madre
delle Grazie per la città e ognuno dei suoi abitanti. Sotto il segno di
Maria possono essere letti i luoghi più rappresentativi del tessuto
urbano. Basti pensare alla Cattedrale, intitolata all’Assunta, o al
Palazzo Comunale, che custodisce nel suo salone principale la
meravigliosa Maestà di Simone Martini, la quale troneggia circondata da
Santi, mostrando ai governanti il Salvatore del Mondo e ammonendoli
sulla condotta da tenere per assicurare benessere e prosperità a Siena.
La stessa torre, detta ‘del Mangia’, sembra un candido giglio,
tradizionale emblema della purezza della Vergine. Il ‘Campo’, piazza che
si stende dinanzi al Palazzo Pubblico, potrebbe alludere al manto di
Maria, con il quale Ella copre e protegge chi a Lei si affida, come
raffigurato in numerosi dipinti.
La facciata del Palazzo Pubblico reca
le tracce di dodici porte, come la Gerusalemme celeste
dell’Apocalisse,
la città di Dio, di cui la Madonna è modello. Sotto la torre rifulge
candida la Cappella, ex voto successivo alla peste nera, trasformando la
grande piazza, cuore di Siena, in una immensa chiesa all’aperto.
I
segni della devozione dei senesi per la Vergine sono innumerevoli;
questo itinerario ne propone appena alcuni per cominciare ad entrare nel
meraviglioso e misterioso rapporto di fede che lega Maria alla sua città".
martedì 30 settembre 2014
giovedì 25 settembre 2014
Quando la vita è l’arte dell’incontro: come sono salita sul treno di "Pisa incontra il Brasile"
Spesso il mondo di Internet rende
più brevi le distanze fisiche e geografiche e avvicina le persone che sono
accomunate da una stessa passione.
E’ quello che mi è successo quando Galo Preto
mi contattò: toscano purosangue, grande amante del Brasile e praticante attivo anche
dello stile di vita brasiliano, aveva da poco messo in piedi un progetto che
voleva essere un ponte tra la Toscana e il Brasile, all’insegna di incontri
culinari, musicali e culturali.
Avevamo ed abbiamo molti amici in
comune e in comune anche la passione per il Brasile. Da qui è stato facile
entrare in sintonia e collaborare per lo sviluppo del progetto, insieme a una
squadra molto affiatata di amici italiani e brasiliani.
L'entusiasmo di aver partecipato alla serata "São Paulo, storia di migranti" |
Molti di questi ragazzi fanno
parte del gruppo Capoeira Angola Palmares di Pisa, guidato proprio da Galo Preto e con lo
spirito di gruppo che si crea in una roda di capoeira hanno sicuramente portato
linfa vitale al progetto "Pisa incontra il Brasile".
Paragonando questa esperienza a
un viaggio a tappe posso dire che io sono salita sul treno che portava a São
Paulo, perdendomi purtroppo le prime due serate, antecedenti alla mia amicizia
con Galo Preto: infatti venerdì 15 aprile 2011 ho partecipato alla serata
dedicata alla grande metropoli brasiliana, scoprendo molte curiosità storiche e
culturali e riassumendo tutto in quello che è stato il mio primo articolo pubblicato sulla rivista Musibrasil.
Alla base dell’impegno dei ragazzi e delle ragazze che hanno messo in piedi le serate c’è la solidarietà : infatti l’incasso derivante dalla partecipazione di una media di 200 persone a serata è andato al progetto “Il Cuore si scioglie”, la campagna di adozioni a distanza nata in seno all'associazione Agata Smeralda e coordinata dalla Coop.
Cena-concerto "Rio, città maravilhosa" |
Ed è così che l'11 febbraio 2012 è nata l'associazione
Encontro: abbiamo scelto questo nome in modo da mantenere nel nome ufficiale di questo nuovo
organismo tutto il patrimonio accumulato nei due anni di vita del progetto "Pisa incontra il Brasile", nella speranza che ancora molti
incontri vengano seminati e molti ponti vengano gettati tra queste due
sponde.
Un cartellone realizzato a corredo delle serate |
Per quanto mi riguarda questa esperienza mi ha permesso di coniugare ancora una volta, come ai tempi della tesi di laurea sulle storie di vita di sei donne brasiliane, la grande passione per il Brasile con il piacere di affidare alla scrittura le mie emozioni: ho iniziato infatti ad aggiornare il blog collegato al progetto, scrivendo gli articoli che annunciavano i vari eventi e commentando ogni volta il risultato di ogni serata.
Partecipare alle serate di Encontro vuol dire subire ogni volta
un vero e proprio "innamoramento culturale": grazie alla scelta di un tema ogni volta diverso, ovvero di una regione, di una città brasiliana o di un'espressione culturale, è possibile conoscere il cibo, lo stile musicale e le tradizioni di quel contesto. Il tutto accompagnato da buon cibo toscano e brasiliano, dalla caipirinha, dalle danze e dalla musica dal vivo. E da tanti sorrisi!
Partecipare alle serate di Encontro vuol dire subire ogni volta
"Minas Gerais, miniera di sapori" |
Mario Pereira |
Un'altra grande soddisfazione personale è stata quella di aver contribuito all'organizzazione di una serata dedicata alla Força Expedicionária Brasileira, il contingente militare brasiliano che durante la seconda guerra mondiale
contribuì alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo, lasciando anche a Pisa e nei paesi dell'appennino tosco-emiliano un segno evidente del proprio passaggio, ancorché trascurato dai manuali di storia contemporanea. Proprio per fare luce su questo capitolo della nostra storia abbiamo invitato a Pisa Mario Pereira, l'amministratore del Monumento Votivo Militare Brasiliano di Pistoia, che ci ha proposto un documentario e una mostra sul tema. Ecco l'articolo che annunciava l'evento: http://pisabrasile.blogspot.it/2014/03/la-forza-di-spedizione-brasiliana-in.html
Altre due personalità che abbiamo avuto il piacere e l'onore di ospitare alle nostre serate sono stati Max de Tomassi, conduttore del programma radiofonico Brasil, vero e proprio punto di riferimento in Italia per gli appassionati di musica brasiliana e Julio Monteiro Martins, scrittore nativo di Niterói e lettore di lingua portoghese all'Università di Pisa.
Da entrambi, oltre ai contributi direttamente in linea con la serata (la proiezione del documentario "Brasileirinho" nel primo caso, la proiezione dei film "Tropa de Elite" e "Il barbiere di Rio" nel secondo caso), abbiamo potuto ascoltare un'emozionante testimonianza della propria storia di vita.
Welcome day per 75 studenti brasiliani accolti il 4 settembre 2014 |
Ultimi ma non meno importanti protagonisti delle nostre iniziative sono tre eccezionali musicisti: Ton Ramos, David Domilici e Paolo Mari, che con la loro arte e la loro sensibilità hanno sempre animato e reso speciale ogni concerto. Con Paolo Mari è anche partito un ciclo di seminari di chitarra brasiliana che ha coivolto un gruppo di appassionati di bossa nova e non solo.
E recentemente alcuni soci di Encontro, tra cui il nostro presidente Galo Preto, hanno dato vita al progetto musicale "Pisa na Fulô", che presenta un repertorio già rodato di samba e forrò.
Arrivederci al prossimo "encontro"!!
martedì 23 settembre 2014
Un ricordo di Antonio Tabucchi nel giorno del suo compleanno
Il 23 settembre 1943 nasceva a Pisa Antonio Tabucchi. E' uno scrittore a cui mi sento particolarmente vicina non solo per le sue opere ma anche perché è cresciuto nella casa dei nonni materni a Vecchiano, vicino a dove sono cresciuta io, a Migliarino.
Sono convinta che una persona non muore fino a che a noi la ricordiamo. Questo vale ancora di più per gli scrittori, che vivono attaverso i loro libri. Ed è questo che voglio fare nel giorno del compleanno di Antonio Tabucchi.
Il 17 maggio 2011 ho avuto la fortuna di incontrare questo mio illustre concittadino in uno dei suoi ultimi incontri pubblici. Ci ha lasciati il 25 marzo 2012.
L'incontro è avvenuto a Migliarino, paese del comune di Vecchiano in cui sono cresciuta e ho abitato fino all'età di trent'anni.
Qui, in una serata affollatissima organizzata dall'Associazione Culturale La Voce del Serchio, Tabucchi tenne una conferenza dal titolo "Elogio della Letteratura".
Durante e dopo la conferenza fui incaricata di tenere un banchino con dei libri di Antonio Tabucchi da vendere al pubblico. Non riuscii a godermi del tutto la conferenza ma per fortuna il professor Ovidio Della Croce ha trascritto integralmente il discorso.
Ecco il pdf: http://www.lavocedelserchio.it/public/data_upload/articoli_19984_documento_1411293785.pdf
Mio padre lo conosceva già e dopo qualche battuta scherzosa tra di loro non fu senza emozione che mi avvicinai a lui per chiedergli una dedica, che conservo tra le pagine di "Sostiene Pereira", un libro che ho amato moltissimo, aiutata anche dal film girato da Roberto Faenza con uno straordinario Marcello Mastroianni.
Scambiammo qualche parola in portoghese, tanto che mi parlò della sua amicizia con il poeta brasiliano Carlos Drummond de Andrade e di come fosse rammaricato di non aver ancora potuto tradurre in italiano una raccolta di sue poesie.
Dell'amore di Tabucchi per il Brasile e per uno dei suoi più grandi poeti rimane traccia nella raccolta di racconti "Viaggi e altri viaggi", da cui traggo queste righe:
<< Quando conobbi Drummond de Andrade, alcuni anni fa, una sera, mentre ci salutavamo, mi sussurro' una frase. Non so se era una domanda o una constatazione. Eravamo sul lungomare di Copacabana e stava tramontando un sole vermiglio. "Sa cos'e' questo vostro Brasile?", mi chiese come se chiedesse a se stesso, "e' un vostro sogno. Solo che noi ci viviamo dentro". >>
Lascio qui anche una biografia di Antonio Tabucchi: http://www.lavocedelserchio.it/vediarticolo.php?id=20005&page=0&t_a=antonio-tabucchi
Sono convinta che una persona non muore fino a che a noi la ricordiamo. Questo vale ancora di più per gli scrittori, che vivono attaverso i loro libri. Ed è questo che voglio fare nel giorno del compleanno di Antonio Tabucchi.
Ovidio Della Croce, Paolo Magli e Antonio Tabucchi |
L'incontro è avvenuto a Migliarino, paese del comune di Vecchiano in cui sono cresciuta e ho abitato fino all'età di trent'anni.
Qui, in una serata affollatissima organizzata dall'Associazione Culturale La Voce del Serchio, Tabucchi tenne una conferenza dal titolo "Elogio della Letteratura".
Durante e dopo la conferenza fui incaricata di tenere un banchino con dei libri di Antonio Tabucchi da vendere al pubblico. Non riuscii a godermi del tutto la conferenza ma per fortuna il professor Ovidio Della Croce ha trascritto integralmente il discorso.
Ecco il pdf: http://www.lavocedelserchio.it/public/data_upload/articoli_19984_documento_1411293785.pdf
Mio padre lo conosceva già e dopo qualche battuta scherzosa tra di loro non fu senza emozione che mi avvicinai a lui per chiedergli una dedica, che conservo tra le pagine di "Sostiene Pereira", un libro che ho amato moltissimo, aiutata anche dal film girato da Roberto Faenza con uno straordinario Marcello Mastroianni.
Scambiammo qualche parola in portoghese, tanto che mi parlò della sua amicizia con il poeta brasiliano Carlos Drummond de Andrade e di come fosse rammaricato di non aver ancora potuto tradurre in italiano una raccolta di sue poesie.
La statua di Drummond de Andrade a Copacabana |
<< Quando conobbi Drummond de Andrade, alcuni anni fa, una sera, mentre ci salutavamo, mi sussurro' una frase. Non so se era una domanda o una constatazione. Eravamo sul lungomare di Copacabana e stava tramontando un sole vermiglio. "Sa cos'e' questo vostro Brasile?", mi chiese come se chiedesse a se stesso, "e' un vostro sogno. Solo che noi ci viviamo dentro". >>
Lascio qui anche una biografia di Antonio Tabucchi: http://www.lavocedelserchio.it/vediarticolo.php?id=20005&page=0&t_a=antonio-tabucchi
venerdì 19 settembre 2014
Mantra per un amico
Oggi ascoltando questo pezzo di Seu Jorge and Almaz mi è venuto in mente un amico di São Paulo che ho conosciuto su facebook e che è "sparito" da mesi dal suo diario, lasciandolo intonso dopo decine di post quotidiani, che però non risultavano mai pesanti.
Infatti avevano il merito di dire sempre qualcosa di intelligente sulla società brasiliana e sulle sue contraddizioni.
Sono molti gli amici che stanno postando messaggi in cui dichiarano di sentire la sua mancanza.
Potrebbe essere sparito da facebook e stare benissimo nella vita reale ma qualcosa mi fa pensare che non stia bene e purtroppo questa sensazione ha trovato conferma quando ho contattato la sua compagna.
G. ha un'ironia un pò amara, è un musicista del panorama underground e Jorge Mario da Silva, alias Seu Jorge, è un suo amico, come mi confessò una volta.
Quindi spero che aver ballato oggi questa canzone, "roots" come piace a te, funzioni come una preghiera e ti riporti a stare bene e a dispensare ai tuoi amici e ai tuoi cari la tua vitalità e il tuo affetto.
Giulia
Infatti avevano il merito di dire sempre qualcosa di intelligente sulla società brasiliana e sulle sue contraddizioni.
Sono molti gli amici che stanno postando messaggi in cui dichiarano di sentire la sua mancanza.
Potrebbe essere sparito da facebook e stare benissimo nella vita reale ma qualcosa mi fa pensare che non stia bene e purtroppo questa sensazione ha trovato conferma quando ho contattato la sua compagna.
G. ha un'ironia un pò amara, è un musicista del panorama underground e Jorge Mario da Silva, alias Seu Jorge, è un suo amico, come mi confessò una volta.
Quindi spero che aver ballato oggi questa canzone, "roots" come piace a te, funzioni come una preghiera e ti riporti a stare bene e a dispensare ai tuoi amici e ai tuoi cari la tua vitalità e il tuo affetto.
Giulia
giovedì 18 settembre 2014
Per un uso corretto dell'aggettivo "carioca"
Foto di Steve McCurry |
Da
alcuni anni l'attenzione mediatica sul Brasile si è intensificata
enormemente: sono ormai moltissime le pubblicazioni (sia i libri che gli
articoli su quotidiani e riviste) dedicate all'analisi dello sviluppo
economico che lo stato latino-americano sta vivendo e che lo ha fatto
entrare a pieno titolo nel gruppo dei paesi emergenti insieme a India,
Cina e Sudafrica.
Lo sforzo che i giornalisti stanno facendo nel
rendere conto dell'evoluzione che il Brasile sta attraversando, anche
alla luce delle manifestazioni di protesta contro i costi del
Mondiale 2014 e contro corruzione e basso livello dei servizi pubblici,
dovrebbe estendersi anche all'uso corretto dell'aggettivo "carioca".Troppo spesso infatti può capitare di imbattersi in articoli dove si attribuisce erroneamente all'aggettivo "carioca", ovvero "abitante della città di Rio de Janeiro" il significato di "brasiliano".
Carioca è infatti la versione portoghese di una parola usata dagli indios tamoios che risiedevano nella Baia di Guanabara al momento della seconda spedizione colonizzatrice per indicare la casa dell'uomo bianco, nella loro lingua "akari oka".
I carioca sono quindi brasiliani ma non è vero il contrario: tanto per fare un esempio è come se i milanesi, i pescaresi o i napoletani fossero tutti chiamati indistintamente romani.
Il mio appello è quindi che si abbandoni il gusto per l'esotico che questo uso scorretto dell'aggettivo carioca vorrebbe forse portare con sé e utilizzare, semplicemente, l'aggettivo "brasiliano".
mercoledì 17 settembre 2014
Dieci motivi per cui amo il Brasile: una lista alternativa a quella sui dischi o sui libri *
Il Brasile visto dalla Nasa a giugno 2014 |
1) L'uso illimitato dei diminutivi. Sono come una coccola o una carezza. Ti danno la dimensione dell'affettuosità di un popolo, del carinho! Persino "eu" posso diventare "euzinha"!
2) Anche se si omette il cognome si capisce subito di chi si parla, che si tratti del Presidente della Repubblica, di un artista, di un calciatore. Dilma, Lula, Aécio, Marina, Chico, Caetano, Tom, Vinicius, Gal, Elis, Ronaldinho. E' un modo per entrare subito in contatto con quella persona e il suo mondo.
3) La dolcezza e la musicalità della lingua brasiliana.
4) Il samba. Non ho mai imparato a ballarlo, pur avendoci provato. Ma sopporto lo stesso questa mancanza perché essendo il sentimento e la storia di un popolo, è la mente che danza quando lo ascolto.
5) L'axé e tutti i balli di derivazione africana. Sono quelli che amo di più, perché sono liberatori e mettono in connessione il tuo corpo con il cielo e con la terra.
6) Le sue affascinanti città: Rio, Salvador e tutte quelle che non ho mai visto come Brasilia, Belém e Ouro Preto.
7) I suoi meravigliosi ambienti naturali e i suoi paesaggi.
8) L'Amazzonia, il polmone verde del pianeta. Dobbiamo a tutti costi preservarla, insieme alle popolazioni indigene che la abitano.
9) La Mpb, che per me vuol dire anche che un artista scrive o canta una canzone e poi questa rinasce e rivive continuamente in duetti con altri o interpretazioni di altri.
10) In Brasile vivono milioni di discendenti dei nostri emigrati italiani e tra questi due paesi c'è un legame che il Brasile non ha con nessun altro paese al mondo.
* Post originariamente pubblicato sul gruppo facebook O Baú da cultura brasileira, fondato da Gianluigi D'Agostino. Leggete anche il suo blog Cultura Brasil, ne vale la pena!
Un cantuccio da cui guardare il mondo...
Eccomi approdata nel fantastico mondo dei blog! Tutto è partito dal desiderio di salvare alcuni bei post che rischiavano di perdersi in quel mare magnum che è facebook e che sono nati grazie a una fitta quanto appassionante rete di contatti con i quali ho in comune la passione per il Brasile.
Ma spero di scrivere anche di altro.
Intanto il nome però è in portoghese: mi piaceva l'idea di avere a disposizione un piccolo angolo, un "canto" in lingua portoghese, dove scrivere delle cose che mi piacciono, che mi fanno stare bene e che occupano un posto speciale nel mio cuore. I piccoli piaceri della vita, come si dice... E mi è piaciuta la parola canto perché può avere il doppio significato di angolo, posticino, luogo del cuore ma anche di canto come produzione melodica e in generale poetica o narrativa.
Giulia
Ma spero di scrivere anche di altro.
Autunno-therapy |
Giulia
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